giovedì 6 ottobre 2016

I sospetti dell'inseparabile Ennio


Ieri, tornando da un "pellegrinaggio" al negozio di Giacomo Zaupa con Carlo, Tino e l'inseparabile Ennio, tra scambi di barzellette e riflessioni serie Ennio ci ha raccontato di quella volta che, dopo aver pagato il pedaggio a un casello autostradale, s'é accorto, quando ormai aveva superato la barriera, che il resto ricevuto dall'esattore, meglio noto come "l'omino", era sbagliato: mancava 1 euro.
A quel punto, dopo aver girato mentalmente la scena del ritorno a piedi al casello, della penosa discussione con l'omino e dei clacson degli automobilisti inferociti in coda, d'accordo con la sua consorte aveva deciso di lasciar perdere e di tirar dritto.

Col tempo però quell'episodio si era insinuato nel suo cervello, tanto che alla fine gli aveva fatto maturare il sospetto che non si fosse trattato di un semplice errore ma di una vera e propria truffa. Una truffa che il "furbetto" di turno, forse ispirato dal proverbio di origine anglosassone "take care of the pence and the pounds will take care of themselves", metteva volontariamente in atto ai danni dei clienti per arrotondare il proprio stipendio.

E siccome "un indizio é un indizio, due indizi sono una coincidenza ma tre indizi fanno una prova" (cit. Agatha Christie) ieri Ennio la "prova" l'ha avuta proprio dal sottoscritto: 
  • casello diverso (Tangenziale Est di Milano barriera di Agrate, nel mio caso) 
  • tecnica dell'esattore identica (numerose monete di resto e auto in coda al casello)
  • "trattenuta" di 20 centesimi la prima volta e di 50 centesimi la seconda.
Ora, metteremmo la mano sul fuoco per la maggior parte delle persone che fanno questo lavoro, ma qualche dubbio sull'etica di alcune di queste, piuttosto che sulle loro capacità contabili, permetteteci di averlo....

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